[Articolo pubblicato sul sito Guida al Fumetto Italiano, prosecuzione digitale del progetto che aveva dato vita all’omonima opera cartacea di Gianni Bono (Milano, Epierre, 1994 e 2002-2003).]
Tra le numerose pubblicazioni periodiche di epoca fascista destinate all’infanzia, un caso particolarmente degno di interesse è costituito dal Cartoccino dei Piccoli, pubblicato dalla fine del 1929 con periodicità quindicinale e dal 1931 al 1936 con cadenza settimanale, per un totale di numeri distribuiti su otto annate che supera le trecento unità.
Al di là della generica influenza esercitata da un modello che risaliva al Corriere dei Piccoli (1908) – riscontrabile nel titolo della testata e nella sostanziale riproposizione della fortunata formula delle storie umoristiche a vignette accompagnate da didascalie in rima –, fin dalla sua prima uscita la rivista si distinse all’interno del panorama editoriale dell’epoca per una serie di elementi innovativi.
Il Cartoccino, anzitutto, si rivolgeva a un pubblico di bambini giovanissimi, di età prescolare o ai primi anni di scuola, e almeno nelle stagioni iniziali – salvo rare eccezioni – rifiutava di proporre una schiera fissa di personaggi, optando piuttosto per una ricorsività tematica fondata su alcuni motivi elementari e accattivanti, come i frequentissimi topoi del vizio punito e della virtù premiata. La stessa veste grafica del giornale mostrava evidenti caratteri di originalità nell’adozione di grandi tavole a colori e schemi di tre o quattro vignette per pagina, semplificati rispetto al modello classico del Corrierino e spesso accompagnati ai margini da graziosi disegni decorativi di volta in volta personalizzati.
La novità più significativa era comunque di tipo contenutistico, e riguardava la notevole varietà di proposte didattico-ricreative offerte ai piccoli lettori in aggiunta all’usuale complesso di racconti e storie a vignette, tra le quali si annoveravano costruzioni da ritagliare, pagine istruttive, figure da colorare, concorsi e giochi a premi.
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La novità più significativa era comunque di tipo contenutistico, e riguardava la notevole varietà di proposte didattico-ricreative offerte ai piccoli lettori in aggiunta all’usuale complesso di racconti e storie a vignette, tra le quali si annoveravano costruzioni da ritagliare, pagine istruttive, figure da colorare, concorsi e giochi a premi.
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La copertina del primo numero del Cartoccino dei Piccoli, uscito nel dicembre del 1929. Il disegno è di Ugo Galetti (1898-1969), pittore che per diversi anni collaborò con l’editore Cartoccino. |
Una storia a vignette di Antonio Rubino, collaboratore attivo nei primi anni di vita della rivista. (Il Cartoccino dei Piccoli, II, 12, 1930) |
Un’avventura di Zibillino, personaggio disegnato da Carlo Cossio e protagonista di una lunga serie. (Il Cartoccino dei Piccoli, IV, 107, 1932) |
“Totò e l’orco”, una storia a vignette autoconclusiva di G. Mainardi. (Il Cartoccino dei Piccoli, IV, 97, 1932) |