[All’inizio di quest’anno ho visitato Hiroshima. Questo è un appunto che ho preso durante il viaggio, con l’idea – ancora molto vaga – di svilupparlo in seguito in un articolo più ampio. Edit 28/4/2021: l’articolo completo si può leggere qui.]
Il vuoto è un elemento essenziale, e risalta nella distanza tra le due lastre, nel dislivello di altezza che le separa ulteriormente e nello spazio libero ritagliato accanto ai bambini, seduti ai margini come per far posto a una presenza invisibile. Lo spazio vuoto allude all’assenza, ma è anche l’aria dove volano gli uccelli posati sia sul busto dell’uomo, sia sulle statue dei bambini, mediatori tra passato e futuro come le parole di Miekichi Suzuki lo sono state fra una generazione e le successive. L’iscrizione scolpita sul monumento riprende una sua frase: «Continuerò per sempre a sognare, come da bambino, e così soffrirò solo un po’».
(Il monumento è stato realizzato nel 1964 da Katsuzo Entsuba. Una copia delle statue dei bambini si trova accanto alla Fontana dell’amicizia di Rijeka, in Croazia, ed è una donazione fatta dal comune di Kawasaki per celebrare il gemellaggio delle due città.)
La posizione del monumento su Google Maps. |