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Abbiamo letto e commentato in classe la celebre favola di Esopo La volpe e l’uva. Abbiamo detto che la volpe disprezza ciò che le sembra impossibile da raggiungere nell’immediato, un po’ come quando un bambino di fronte a una difficoltà mette da parte il lavoro e dice “che schifo” o “che noia”. È dispiaciuta, ma non vuole ammetterlo. Se fosse sincera con sé stessa, invece, potrebbe perseverare e superare le difficoltà, o chiedere aiuto. Ai miei alunni ho chiesto di immaginare come può continuare la storia, seguendo questa unica indicazione: la volpe incontra un altro animale che le dà un consiglio e la incoraggia. Anch’io ho provato a cimentarmi in questo compito, convocando la mitica tartaruga di un’altra favola che abbiamo letto pochi giorni fa.
La volpe e la tartaruga
La volpe incontrò nel bosco un’anziana tartaruga.
«Che ti è successo?» domandò il saggio animale, vedendo che la volpe si trascinava con la coda fra le gambe.
«Niente» fece la volpe, senza riuscire a nascondere un broncio che arrivava fino a terra.
«Fammi indovinare,» disse la tartaruga, scorgendo la vigna da cui veniva, «hai fatto una scorpacciata d’uva e il vignaiolo ti ha cacciato a suon di bastonate?».
«Macché, sono troppo astuta per farmi beccare. E quell’uva è acerba, me ne guardo bene dal mangiarla!»
La saggia tartaruga annuì e sorrise, perché aveva sentito brontolare la pancia della volpe.
«Che fame, vero? Piuttosto che rimanere a stomaco vuoto mi andrebbe bene anche l’uva acerba.»
«E come farai a prenderla? I grappoli sono troppo in alto per una tartaruga.»
«Per questo ti chiedo di aiutarmi. E anche per non farmi beccare dal vignaiolo!»
La volpe non era solo un animale molto astuto, ma anche assai gentile, così accettò di accompagnare la tartaruga, camminando lentamente al suo fianco. E siccome era anche un animale orgoglioso, non le passava per la testa di confessare alla tartaruga che l’uva era troppo in alto anche per i suoi salti da volpe. Non sapeva come, ma con quel compagno saggio accanto si sentiva sicura che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
«Lo sai che alla scuola delle volpi abbiamo letto la storia di quando hai battuto la lepre in una gara di corsa?» chiese la volpe.
«Eh, sì. Chi va piano…»
«Va sano e va lontano!»
Era notte fonda quando arrivarono alla vigna. Giunte sotto le viti, però, la volpe disse che era troppo stanca per saltare: prima di prendere l’uva voleva fare un sonnellino.
«Alla scuola delle volpi non ti hanno insegnato che non ci si deve fermare di fronte alle difficoltà?» disse la tartaruga, che aveva capito tutto. «Vedi, in realtà è molto più facile di quanto pensi.»
L’anziano animale si fece strada sotto il corpo accucciato della volpe, spingendola in su. Allora, ritta su due zampe sopra il guscio della tartaruga, la volpe prese lo slancio e spiccò un bel salto verso i grappoli d’uva.
Fu così che la volpe e la tartaruga fecero una scorpacciata che durò fino alle prime luci del mattino.
«Che strano» disse infine la tartaruga, «quest’uva acerba ha un sapore buonissimo, non trovi?»
«Sarà perché avevamo tanta fame e abbiamo camminato così lentamente per raggiungerla» osservò la volpe.
«O forse perché ogni cosa che si condivide con un amico diventa più dolce» disse la saggia tartaruga.