13/06/24
Il tesoro del drago (racconto)
04/03/24
I visori e il futuro dell’educazione
Credo che il lancio del nuovo visore Apple Vision Pro, in vendita dal 2 febbraio negli Stati Uniti, debba suscitare in ciascuno di noi delle domande circa la società in cui viviamo e il mondo che vorremmo abitare. Guardando le immagini e i video diffusi, nei quali si vedono persone che indossano il costoso gadget tecnologico per strada, sui mezzi pubblici e perfino alla guida di auto, immerse nel loro mondo “aumentato” ed estraniate dalla realtà sociale, il mio pensiero è corso subito alle aule di scuola.
08/02/23
Il cuore dell’imperatore. Su «L’usignolo» di Andersen
05/12/19
L’occhio del figlio, l’immagine del padre
Il termine “metaforico” è ripetuto più volte in Parasite (2019) di Bong Joon-ho, e riporta alla mente l’immagine delle serre bruciate in Burning (2018) di Lee Chang-dong – un altro film coreano ispirato a un racconto di Haruki Murakami –, o quella del misterioso elefante di An Elephant Sitting Still (2018) di Hu Bo. La metafora è una figura di confine tra presenza e assenza, reale e immaginario: deriva almeno in parte da una finzione, ma allude sempre a una particolare verità. In diversi film rappresentativi delle più importanti tradizioni cinematografiche asiatiche degli ultimi decenni – dal nuovo cinema di Hong Kong a quello taiwanese, passando per il Giappone, la Cina e la Corea del Sud –, espedienti come il ricorso a oggetti simbolici o medium iconici sono impiegati con grande coerenza per esprimere gli aspetti più nascosti di certe dinamiche sociali e familiari.
08/07/15
Elefanti, videogiochi e pornografia. I fumetti onirici di Yan Cong
Nel 2010 l’associazione culturale bolognese Canicola presentava al pubblico italiano Il sogno dell’elefante, un libro a fumetti del giovane autore pechinese Yan Cong (classe 1983) che riunisce quattro storie brevi originariamente pubblicate sul blog dell’artista (ora divenuto un sito). Al di là dell’indubbio pregio del progetto editoriale a monte del libro (una prima edizione mondiale realizzata in parallelo alla prima mostra personale europea dell’artista, e che ha ispirato in seguito un’edizione cinese ampliata in grande formato a cura della Star Gallery di Pechino), l’interesse dell’opera risiede soprattutto nel suo linguaggio fortemente sperimentale, segno di una ricerca stilistica che rifiuta in toto, sul piano grafico come su quello narrativo, le convenzioni tipiche dei manga giapponesi.