L’opera di Franz Kafka è tra le più ricche di riferimenti al mondo animale e tra le più suggestive per la sensibile attenzione riservata ai legami che intercorrono tra di esso e il mondo umano. Irriducibile a una rigida tassonomia, il bestiario kafkiano si compone soprattutto di figure intermedie tra questi due regni, bestie generate da processi di ibridazione e metamorfosi ed esemplari di una zoologia le cui radici sono il più delle volte fantastiche e indecifrabili: l’enorme insetto simile a uno scarafaggio in cui Gregor Samsa si trasforma ne La metamorfosi; l’animale innominato – forse una talpa – del racconto La tana; l’assurdo ammasso di pezzetti di filo e bastoncini chiamato Odradek ne Il cruccio del padre di famiglia; il curioso animale “mezzo gattino e mezzo agnello” in Un incrocio; il cavallo Bucefalo, avvocato di professione in Il nuovo avvocato (per citare solo alcuni dei racconti più celebri).