Un filone umoristico molto fecondo nell’immaginario popolare del ‘900, e che soprattutto durante la prima metà del secolo ha ispirato un gran numero di fumetti, cartoni animati e film, è quello delle invenzioni bizzarre. Le figure caratteristiche di questo filone sono macchine, marchingegni o dispositivi alla cui stravaganza corrisponde una funzione semplice e perlopiù futile, o che comunque nessuno si sognerebbe di affidare a un apposito congegno. Spesso l’invenzione si fonda su un complicato effetto domino, e consta dunque di una catena di cause e conseguenze talmente astrusa da porsi come parodia dell’efficacia propria di qualsiasi innovazione tecnica.
16/05/18
21/05/15
«Willie Westinghouse», il bambino inventore di Frank Crane
Rube Goldberg fu senz’altro il più celebre illustratore di macchine e invenzioni bizzarre, genere cui dedicò innumerevoli vignette pubblicate su quotidiani statunitensi a partire dal 1912, ma non fu il primo artista a sfruttare sistematicamente le potenzialità comiche di questo motivo. Il primato spetta piuttosto a Frank Crane (1857-1917), cugino dello scrittore Stephen Crane e autore di Willie Westinghouse Edison Smith, striscia a fumetti creata nel 1900 e proseguita fino al 1914 che illustra le mirabolanti invenzioni di un bambino prodigio, destinate suo malgrado a sortire effetti indesiderati.
13/12/14
Macchine e invenzioni bizzarre nell’animazione americana
Lunghe catene di montaggio, assurdi macchinari e invenzioni bizzarre, complicate, impossibili, sono le varie figure di un medesimo immaginario industriale e tecnologico spesso impiegato in funzione comica nei cartoni della cosiddetta golden age del cinema di animazione americano (periodo che va dal 1926, con l’introduzione del sonoro sincronizzato, fino agli anni ‘60, con l’avvento della televisione).